3.4. SCENARIO 4 – E se Venezia si reinventasse a partire dalla casa e dal riuso degli spazi pubblici?

casa e luoghi pubblici


keywords :: sussidiarietà _ Edilizia Residenziale Pubblica _ nuovi modelli abitativi _ rigenerazione del patrimonio edilizio _ agenzia sociale per la casa _ innovazione sociale


3.4.1. Abstract

Partiamo da un primo dato importante: anche Mestre, cuore geografico della Città Metropolitana, perde abitanti ed il Comune di Venezia si segnala per l’indice di dipendenza della popolazione anziana più alto nell’area metropolitana. La perdita di residenti è una rapida e scivolosa discesa che dimostra un basso grado di attrattività per i giovani lavoratori e le giovani coppie. Tutta la città metropolitana perde abitanti ed è poco attrattiva per gli under 40: nel dicembre del 2010 la popolazione della provincia è di 863.133 a fronte del dato odierno di 855.696 abitanti; stessa osservazione per le classi di età 0- 39 che rappresentavano il 41,1% nel 2011 e passano al 38,1%, nel gennaio 2016. La città metropolitana non è perciò una città giovane né tantomeno demograficamente dinamica1. Una recente ricerca del CRESME dimostra come: “La popolazione delle città avanzate torna a crescere. E la crescita della popolazione urbana, contrariamente a quanto si può pensare in Italia, non riguarda solo le grandi città delle economie emergenti, o le global-city, ma anche le città mature della vecchia Europa”2.

Per costruire una città attrattiva ed in grado di competere con le altre realtà europee3 dobbiamo dare vita ad una città delle opportunità, dove i giovani possano trovare lavoro ma soprattutto crearlo, realizzando le loro idee, attraverso gli strumenti più idonei per il loro sostegno4.

Un secondo dato importante per Venezia è che: “Negli ultimi anni la crisi economica ha posto il problema dell’impoverimento progressivo delle famiglie: è un dato preoccupante che colpisce in particolare lavoratori disoccupati, in cassa integrazione, studenti e pensionati. Gli sfratti per morosità sono aumentati in maniera esponenziale (581 nel primo semestre 2013: il 90% relativo ad esecuzione di sfratti di inquilini italiani)”5.

La sfida reale, per quest’area, sta nella riduzione della distanza tra cittadini, city users e welfare, con la consapevolezza che le risorse a disposizione per interventi di carattere strutturale sono sempre più ridotte. Oggi sono le organizzazioni “no profit” i veri e più credibili attuatori dei nuovi processi di facilitazione, mediazione e animazione socio-economica. Dobbiamo essere in grado di avvicinarci all’approccio Social Innovation Europe6 che occupa un ruolo centrale nella Strategia Europa 2020 e promuove l’innovazione sociale come la capacità di innescare cambiamenti comportamentali per affrontare le sfide del mondo contemporaneo. Ma per far questo è necessario prima di tutto dare sicurezza abitativa, garantire l’accesso alla casa e promuovere nuove forme di interventi e riappropriazione degli spazi per lo sviluppo di attività imprenditoriali e di assistenza al cittadino.


1 Si rimanda al capitolo sul “Diritto alla Città” in Carlo Pavan, Nicola Pavan, Giuseppe Saccà, Venezia Città Metropolitana, Venezia, 2014, pp.88-91.

2 World cities visione 2030-2050. Come le città del monto stanno ridisegnano il loro futuro, 2016.

3 Sempre secondo la ricerca del CRESME, prendendo come scenario il 2030, Tirana aumenterà del 32,4%, Dublino del 25,5%, Oslo del 20,3%, Zurigo del 19,9%.

4 Sul tema delle Professioni dell’Innovazione si rimanda a quanto scritto in Carlo Pavan, Nicola Pavan, Giuseppe Saccà, Venezia Città Metropolitana, 2014, pp.111-145.

5 Tratto da: Comune di Venezia – Settore Sviluppo Economico Politiche Comunitarie e Processi Partecipativi, Sfide sociali, in “PON METRO – Strategia di sviluppo urbano sostenibile integrata coerentemente con quanto previsto dal Programma e con le pertinenti strategie per lo sviluppo urbano sostenibile” p.12.

6 La strategia descrive come una società ben nutrita di innovazione sociale sia la meglio equipaggiata a reggere le variazioni economiche e demografiche.