3.6 SCENARIO 6
E se Venezia diventasse laboratorio per le politiche sociosanitarie di domani?

politiche sociali e sociosanitarie

Scenario a cura di:……………………………………………………………………………………………………………………………..
Sergio Chiloiro, Sandro Del Todesco, Carlo Gatti, Massimo Gion, Daniele Giordano, Sergio Lafisca, Giancarlo Magarotto, Giuseppe Marchese, Gina Meneghel, Aldo Mingati, Lodovico Perulli, Fabrizio Ramaciotti, Ubaldo Scardellato, Franco Toniolo.


keywords :: equità _ inclusione sociale_ salute _ politiche sociali _ formazione _ prevenzione _ domiciliarità_ Azienda Zero _ social innovation


3.6.1 Abstract

Le politiche di austerità in risposta alla crisi hanno prodotto oltre che l’aumento delle diseguaglianze anche un arretramento dei livelli di benessere collettivo; mentre i grandi cambiamenti demografici e sociali, le trasformazioni indotte dalla globalizzazione manifestano nuove domande di promozione e protezione sociale, che devono trovare risposte in un rinnovato sistema di protezione ed organizzazione sociale.

Le politiche sociali devono essere inclusive e vanno collegate a quelle per il lavoro, l’istruzione, la casa, i tempi della città e la riqualificazione degli spazi urbani, lo sport, la cultura, le pari opportunità, l’integrazione dei migranti, l’invecchiamento attivo. Vanno anche collegate alle politiche fiscali, per passare da progettazione esclusivamente e limitatamente assistenziale ad un’ampia visione etica della progettualità, della promozione e dell’inclusione.

L’investimento su un rinnovato benessere sociale promuove i diritti dei cittadini di ogni ceto e gruppo, alimenta buona occupazione, crea e ridistribuisce reddito, è motore di crescita e di sviluppo equilibrato. Per questo è importante non solo fermare la fase di regressione del sistema di protezione sociale che ha caratterizzato i lunghi anni delle politiche di austerità in risposta alla crisi, producendo un drammatico aumento delle disuguaglianze, ma anche proporre il suo rilancio come volano di una rinnovata economia basata su uguaglianza e solidarietà.

In un mondo sempre più globalizzato l’attuale crisi socioeconomica investe in modo strutturale anche l’occidente sviluppato e sfrutta la demolizione dei pilastri dell’intervento sociale, così come storicamente è stato inteso e praticato, per favorire le politiche di accumulo del capitale a scapito delle classi povere e di quelle medie.

Già da alcuni anni molti Paesi hanno iniziato ad adottare misure integrative e modificative delle tradizionali politiche volte al benessere sociale, con un maggiore apporto delle comunità locali, del volontariato e di iniziative private, a seconda degli indirizzi del singolo Paese. È definito in genere “welfare mix”, a significare che lo Stato da solo ormai non ce la fa ad affrontare la pressione economico finanziaria e che c’è bisogno di altri apporti e di altre modalità di intervento per garantire diritti e bisogni del cittadino.

Va detto comunque che affrontare con obiettività il tema della tenuta economico-finanziaria di un sistema sociale che garantisca sia risposte di qualità ai tradizionali e nuovi bisogni che ricerca ed innovazione comporta una lotta radicale a tutte le forme di sprechi e soprattutto alla corruzione e illegalità presenti anche all’interno di questo sistema.