3.6.6 Area della ricerca, dell’innovazione e della formazione
Ricerca, innovazione e formazione possono svilupparsi in direzioni molto diverse e varie. L’obiettivo che vorremmo proporre è creare un “laboratorio” per studiare nuovi modelli operativi capaci di portare reale innovazione nel contesto sociale e sanitario. Ciò sarà perseguito utilizzando strumenti, competenze e sinergie del mondo della ricerca nei seguenti ambiti di interesse del progetto:
- miglioramento della appropriatezza nella fruizione di interventi e prestazioni attraverso il coinvolgimento attivo e consapevole delle persone;
- reinserimento delle persone nel proprio domicilio dopo episodi di accesso a strutture sanitarie;
- studio e sperimentazione di nuove possibilità di inserimento professionale nell’ambito della social innovation.
3.6.6.1 Miglioramento della appropriatezza nella fruizione di interventi e prestazioni
L’uso inappropriato di risorse rappresenta un serio problema per la sanità pubblica e per il cittadino. Prestazioni inappropriate sono una causa importante di ridotta efficienza nella erogazione dei servizi e di costi non necessari. Per il cittadino, l’accesso a prestazioni inappropriate causa costi non necessari e rischi di vario genere (ansia, spreco di tempo, caduta della fiducia nella assistenza sanitaria, ecc). Le prestazioni sanitarie inappropriate sono indotte da numerose cause, ma un ruolo importante rivesta la non conoscenza associata ad una cattiva informazione, spesso diretta da finalità commerciali.
Il miglioramento della appropriatezza dovrebbe passare attraverso una condivisione fra cittadini, medici e altri professionisti che operano nelle organizzazioni. Questo potrebbe essere perseguito attraverso un programma che preveda la identificazione degli interventi prioritari e lo sviluppo di piani di formazione-informazione. Ulteriore strumento sono gli indicatori che possono monitorare l’efficacia degli interventi.
3.6.6.2 Reinserimento delle persone nel proprio domicilio dopo episodi di accesso a strutture sanitarie
La gestione di un popolazione sempre più anziana in una realtà territoriale complessa rappresenta un problema di grande impatto per i pazienti e le proprie famiglie. Il ritorno a domicilio di persone fragili diventa un grave problema organizzativo per le famiglie che sono in genere all’oscuro delle procedure anche elementari di gestione di un persona fragile (igiene personale quotidiana, alimentazione, cambio del letto, ecc). La gestione “spontanea” di tali procedure è fonte di disagio personale e sociale e di forte pressione verso un ulteriore ricovero del paziente.
La formazione delle famiglie alla gestione a domicilio di persone fragili è un aspetto cruciale per facilitare il reinserimento delle persone nel proprio contesto e per attenuare il malessere sociale complessivo dovuto a sempre più numerosi nuclei familiari gravati da questa problematica. Per perseguire questo obiettivo si potrebbe sviluppare un piano di formazione, informazione e tutoraggio che sensibilizzi alla capacità di presa in carico, coinvolgendo, sanità pubblica, associazionismo ed eventuali altri partner.
3.6.6.3 Studio e sperimentazione di nuove possibilità di inserimento professionale nella social innovation
I due punti precedenti mirano a creare un modello di innovazione sociale caratterizzato da (i) analisi dello scenario e dei bisogni, (ii) selezione e formazione degli operatori, (iii) messa a regime del programma permanente di formazione-informazione ed eventuale tutoraggio, (iv) analisi periodica degli esiti. Tale progettualità richiede l’impegno di risorse umane a vari livelli di competenza e professionalità. In questa prospettiva si ritiene possa essere perseguito lo sviluppo di sinergie con sanità pubblica, poli universitari, scuole, imprese, fondazioni, e altri possibili partner per sviluppare professionalità con competenze ibride (ricerca, management, formazione, analisi del contesto sociale, ecc), dedicato a giovani al termine del corso di studio, migranti con competenze o professionalità sottoutilizzate, persone che hanno terminato il ciclo lavorativo e intendono offrire il proprio apporto volontaristicamente, ma in un contesto etico, strutturato e definito nelle priorità.
Per realizzare tali percorsi è possibile avvalersi della collaborazione di altri partner, tra i quali: (i) Laboratorio Ricerca per il Coinvolgimento dei Cittadini in Sanità, Istituto Mario Negri, Milano; (ii) Slow Medicine, Torino; (iii) Altroconsumo, Milano; (iv) Fondazione Zancan, Padova; nonché delle associazioni di volontariato operative nell’ambito del progetto.
Questo scenario è a cura di:
Sergio Chiloiro, Sandro Del Todesco, Carlo Gatti, Massimo Gion, Daniele Giordano, Sergio Lafisca, Giancarlo Magarotto, Giuseppe Marchese, Gina Meneghel, Aldo Mingati, Lodovico Perulli, Fabrizio Ramaciotti, Ubaldo Scardellato, Franco Toniolo.