2.2.2 Torino
Citiamo dal volume di Allulli e Tortorella alcune note di sintesi sul processo di Pianificazione Strategica di Torino prima della legge Delrio, che fanno di Torino una” tra le città pioniere della governance metropolitana […]. Il processo di metropolizzazione prende avvio nel 2000, quando, nell’ambito dell’elaborazione del Piano Strategico viene formulata la proposta di istituire una sede stabile di confronto e di elaborazione, la Conferenza metropolitana, basata sulla partecipazione volontaria dei comuni dell’area”. La Provincia di Torino si sarebbe successivamente presa il compito di dare avvio alla conferenza, che comprenderà 37 comuni i quali formalizzeranno la propria adesione attraverso l’approvazione di delibere nel 2002. Queste esperienze, che secondo il punto di vista di alcuni degli stessi promotori “non sempre hanno portato i risultati sperati”, sono state comunque la base di partenza (e strumento di apprendimento) per la promozione da parte del Comune di Torino di un tavolo metropolitano dei sindaci con lo scopo di facilitare le relazioni tra Torino e i comuni dell’area, promuovendo altresì la costruzione di una consapevole cultura metropolitana e di un’immagine funzionale integrata dell’area metropolitana nel suo complesso. Il tavolo metropolitano dei sindaci è stato istituito il primo febbraio 2008 con la firma di un protocollo d’intesa sottoscritto dai sindaci di 17 comuni dell’area, che si riuniscono ogni 3 mesi. Nel 2000 è iniziato il processo per il Piano “Torino Strategica”, successivamente strutturato in rete associativa di attori istituzionali e non istituzionali. Attualmente l’associazione ha lanciato la terza fase di programmazione, alla quale è stato dato il nome di Torino Metropoli 2025. Il policy making locale è a propria volta interessato da processi di metropolizzazione a mezzo di agenzie: si fa qui riferimento all’Agenzia per la mobilità metropolitana di Torino. Con riferimento al processo attivato a seguito della legge135/2012, la conferenza metropolitana è stata insediata alla fine di ottobre 2012, per accompagnare il processo di riforma istituzionale”1.
Sulle spalle del lavoro portato avanti da oltre 15 anni dalla Conferenza Metropolitana e dalla Provincia di Torino, il processo di costruzione del Piano Strategico appare molto strutturato, facendo tesoro di una ampia gamma di documenti di studio innovativi e di piani strategici. Esso si fonda sulla suddivisione del territorio in 11 Zone Omogenee e nell’acquisizione della pianificazione strategica su alcune tematiche/territori che diventa parte operativa e strutturante del nuovo PSM (tra questi il Piano Strategico per il territorio interessato dalla Torino-Lione, l’Agenda strategica Chierese e il Piano Strategico ambientale per la sostenibilità).
2.2.2.1 Le Zone Omogenee come sistema di rappresentanza territoriale
Torino ha strutturato la propria area metropolitana, gli organi di rappresentanza e di conseguenza strutturerà il PSM secondo 11 Zone Omogenee (con contiguità territoriale e non meno di 80.000 ab.), quale precondizione per elezioni a suffragio universale per il Consiglio e il Sindaco Metropolitano. Il territorio della Città Metropolitana torinese ingloba infatti ampie aree dei settori alpini costituite da vallate chiuse, e solo in parte è costituita dalla pianura afferente alla città di Torino. Questo approccio mira a costruire “ambiti ottimali per l’organizzazione in forma associata di servizi comunali e per l’esercizio delegato di funzioni di competenza metropolitana. Le zone omogenee esprimono pareri sugli atti del Consiglio metropolitano che le riguardano specificamente e partecipano alla formazione condivisa del Piano Strategico e del Piano territoriale metropolitano”2.
2.2.2.2 I piani strategici di settore
La Città Metropolitana di Torino (già Provincia di Torino), ha acquisito negli anni una riconosciuta competenza nella formazione di una ampia gamma di documenti di studio innovativi e di Piani Strategici, e attraverso il dialogo con tutte le amministrazioni e gli attori coinvolti nel tessuto economico e sociale del territorio, ha maturato il ruolo di ente di area vasta in grado di aggregare e far dialogare soggetti diversi, e di comporre interessi spesso contrastanti, fino a costruire visioni organiche di medio e lungo periodo, da porre alla base della progettazione dell´evoluzione del territorio.3 Gli strumenti strategici acquisiti sono:
Piano strategico per il Territorio interessato dalla Torino – Lione
Marzo 2009. Tra 71 comuni (circa mezzo milione di persone più la popolazione della città di Torino), Il Piano si propone come complessivo progetto di sviluppo del territorio considerato e si articola per temi operativi (energia, ambiente, acqua, verde, servizi, turismo, cultura, ecc.) di area vasta.
Piano strategico di azione ambientale del termo-valorizzatore del Gerbido
Maggio 2007. Coinvolge 6 comuni, Associazione d’ambito Torinese per il Governo dei Rifiuti, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino e Società di Trattamento dei Rifiuti Metropolitani. ed è finalizzato a rispondere, attraverso una complessa fase di concertazione, a quanto definito dal l Programma provinciale di gestione dei rifiuti (2005) che, in modo innovativo, stabilisce che l´impatto creato dalla realizzazione di impianti per la gestione dei rifiuti deve essere compensato da interventi sullo stesso territorio atti a migliorare la qualità della vita dei cittadini che in quell´area risiedono e/o lavorano. Nel novembre 2008 è stato firmato l´accordo di programma per la definizione degli interventi di compensazione ambientale da progettarsi da parte della Provincia di Torino e dei comuni, per un importo di 26.812.482 euro.
Piano strategico Ambientale per la Sostenibilità
Agosto 2008. È strutturato in 43 “azioni” suddivise su 5 tematiche ed è la base per il perseguimento delle tematiche ambientali per l´intero Ente e per il suo intero territorio. I suoi contenuti sono stati recepiti nei documenti di programmazione economica e gestionale (RPP e PEG) e di pianificazione territoriale (PTC2) della Provincia di Torino. Nel marzo 2011 il PSPS è stato oggetto di un primo monitoraggio sull´avanzamento delle azioni e sulle esigenze di modifica delle stesse.
Agenda Strategica Chierese
Dicembre 2007. Coinvolge 37 comuni, la maggior parte in territorio collinare (19 dei quali in Provincia di Torino), e si pone quale finalità “sostenere la compatibilità tra l´ecosistema ambientale e naturale, ed il sistema antropico, armonizzando la salvaguardia della tutela e valorizzazione del primo e l´evoluzione del secondo”. L´Agenda si è tradotta nel PTI “Vivere il rurale, partecipare la metropoli”, a sua volta declinato in una serie di interventi finanziati dalla Regione Piemonte, per alcuni dei quali, a partire dal 2015, in considerazione del bagaglio di esperienza acquisita, la Città Metropolitana è divenuta, capofila.
Piano strategico del Canavese
Settembre 2007. Coinvolge 8 comuni, 5 comunità montane, associazioni di Categoria dei diversi settori (Confindustria Canavese, API Torino, Unione Provinciale di Torino, …), organizzazioni sindacali, Consorzi/Enti (Distretto Tecnologico del Canavese, Bio Industry Park) e la Provincia di Torino, con il fine di evidenziare le potenzialità di un territorio ricco di imprenditorialità e idee progettuali da perfezionare; identificare nuove prospettive e superare i vecchi schemi olivettiani e aprire un nuovo varco di identità all´interno dell´asse padano.
Piano strategico del Pinerolese
2006. Coinvolge 49 comuni e 3 comunità montane (su un territorio classificato per il 59% come montagna) ed è stato la base di partenza per la formazione del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino (PTC2).
2.2.2.3 Il piano strategico metropolitano
In questo scenario di pianificazione strategica molto avanzato, il PSM si propone di dare una visione di sviluppo unitaria e di superare le dicotomie pianura/montagna e aree urbanizzate/aree rurali.
Struttura del piano strategico:
- Missioni e visione generale di sviluppo del territorio metropolitano nel suo complesso (inteso come uno dei 14 motori di sviluppo del Paese)
- Agenda operativa di area metropolitana vasta
- 4 Piattaforme progettuali proprie:
- governance metropolitana;
- città metropolitana innovativa e attrattiva nei confronti di imprese e talenti;
- coesione ed inclusione sociale attraverso istruzione, formazione professionale, social housing;
- superamento della dualità pianura/montagna: integrazione e sinergia fra le diverse parti del territorio.
- 2 piattaforme trasversali:
- dimensione internazionale della CMTo;
- uso sostenibile delle risorse naturali, qualità dell’ambiente e del cibo come fattori di competitività.
- 23 strategie e 60 azioni, revisionabili e integrabili annualmente, tra le quali l’Amministrazione potrà individuare le priorità da avviare.
- Elementi di contesto (questioni, progetti, …essenziali per lo sviluppo del territorio, ma non di diretta competenza della CMTo)
- Agende locali (zone omogenee)… in costruzione
Nella prima fase del lavoro sul PSM e delle sue linee di indirizzo segnaliamo una interessante riflessione fatta intorno a tre tematiche di assoluto rilievo per immaginare la direzione di lavoro del PSM: Torino/Internazionale, Torino/Cibo e Torino/Università.
TORINO / INTERNAZIONALE
A Torino negli ultimi 15 anni il tema dell’internazionalizzazione è stato trattato con successo, consentendo a questa città di posizionarsi sullo scenario europeo e internazionale in modo decisamente più vincente e questi risultati possono essere ulteriormente incrementati costruendo un quadro d’azione coerente tra gli attori strategici che in vario modo se ne occupano, nell’ambito di una strategia che valorizzi le azioni individuali. L’internazionalizzazione è infatti un passo necessario ma anche costoso, sul quale è necessario non disperdere risorse ed energie. In questa fase, Torino può chiedersi quali relazioni e ruoli assumere in diversi contesti internazionali, può interrogarsi su quali sono le relazioni territoriali su cui investire come sistema, unendo quelle forze produttive, formative e culturali che hanno (o possono assumere) una dimensione internazionale. La dimensione internazionale riguarda il sistema delle imprese, le università e gli enti di ricerca, gli enti formativi internazionali, le istituzioni culturali, il turismo, le comunità internazionali locali (europee ed extra-comunitarie, di paesi più o meno sviluppati) e il grado di internazionalizzazione dei torinesi (es. la mobilità e la conoscenza delle lingue, soprattutto l’inglese).Il lavoro di questo Tavolo potrà riprendere le fila del Forum per l’internazionalizzazione avviato dalla Città di Torino, coinvolgendo intensamente il Centro Estero per l’Internazionalizzazione, le università italiane e realtà formative internazionali presenti sul territorio, altre istituzioni anche culturali, singole aziende e comunità straniere locali, soggetti che hanno risorse, vocazioni e/o mandati espliciti nei confronti dell’internazionalizzazione, nonché i cittadini internazionali che già appartengono al territorio e che potrebbero svolgere una funzione di connessione con i paesi di origine o con altre nazioni.
TORINO / CIBO (Coordinatore: Piero Sardo, SLOW FOOD)
La proposta di Torino capitale del cibo nasce dal riconoscimento del fatto che nel contesto metropolitano torinese le molte dimensioni del cibo – sociali, economiche, culturali e ambientali – hanno ormai assunto un grado di maturità che consente di immaginare che quest’area diventi una vera e propria vocazione della città, riconosciuta a livello nazionale e internazionale (anche grazie al valore che ad essa è già riconosciuto quale brand italiano).Il Piano Strategico può aiutare a fare il salto di scala necessario a trasformarla in una vera e propria dimensione di sviluppo locale. Gli attori pubblici e privati, la difesa del cibo locale e di qualità, la commercializzazione innovativa e di qualità, gli eventi culturali di rilievo internazionale, le molte attività sociali, educative, economiche e culturali, gli orti urbani, l’educazione all’agricoltura, il recupero degli sprechi alimentari, la formazione professionale e le scuole di cucina, ecc.
TORINO / UNIVERSITÀ
La proposta di Torino città universitaria pone il suo fondamento sul fatto che Torino è già un’importante città universitaria, su cui negli ultimi anni si è investito in termini di infrastrutture (sedi formative, residenze e mense) mentre – contemporaneamente – sono stati portati avanti nuovi filoni di ricerca, si sono attirati finanziamenti nazionali ed europei, si sono mantenuti solidi e fattivi legami con il mondo economico e si sono avviate consistenti politiche di scambio e attrazione di studenti internazionali. Nel mondo contemporaneo l’università – intesa come formazione avanzata e ricerca di base e applicata in generale – è uno dei più importanti asset e driver dello sviluppo locale: l’università è direttamente connessa con il mondo delle imprese locali e internazionali (fornendo talenti, conoscenze e ricerche), è polo di attrazione di studenti, professori e ricercatori nazionali e internazionali che possono contribuire significativamente alla vita economica e culturale di una comunità, al suo grado d’internazionalizzazione, all’evoluzione di una società sempre più fondata sull’economia della conoscenza. La concorrenza nazionale e internazionale è agguerrita e si gioca innanzitutto sull’attrattività degli atenei, sulla qualità dell’insegnamento e della ricerca. Ma il resto del sistema locale può aiutare, valutando quali servizi offrire a studenti e docenti, quale qualità dell’accoglienza e della vita in generale, quali finanziamenti destinare a sostegno della ricerca e innovazione. La vocazione di città universitaria può essere rafforzata attraverso la costruzione di una strategia integrata in cui siano coinvolti i principali attori strategici: indubbiamente gli Atenei, ma anche la Regione, la Città e i Comuni interessati da sedi universitarie o attività connesse, nonché il mondo delle imprese che più si allacciano alla ricerca avanzata e all’innovazione tecnologica. Il Comune di Torino, insieme agli Atenei e all’EDISU, ha recentemente avviato un lavoro in questa direzione, già concretizzatosi in un Protocollo d’Intesa incentrato sull’accoglienza e qualità della vita degli studenti, da cui sarà possibile partire, aggiungendo ulteriori temi d’indagine ed eventuali ricerche, in un’ottica strategica di medio-lungo periodo.
1 Walter Tortorella, Massimo Allulli, Città Metropolitane. La lunga attesa, Venezia, 2014.
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